La Malattia secondo l’Ayurveda

Nella medicina convenzionale si considera che la malattia sia originata soprattutto da cause esterne come l’aggressione da parte di virus e batteri, dalle condizioni malsane di un ambiente inquinato ecc.

La conferma la troviamo nel nostro linguaggio comune: “Hai l’influenza ? E come te la sei presa ? Chi te l’ha attaccata ? …”. C’è sempre un nemico, un capro espiatorio da indicare come il responsabile di tutto . Ma è pur vero che se ci mettiamo in tre mezzi nudi alla finestra , uno si prende il raffreddore il secondo la bronchite ed il terzo niente .

Non solo.

Se in un’altra occasione ripetiamo la stessa cosa , quello che ha preso la bronchite si prende il raffreddore e quello che non aveva niente magari la bronchite ..

Certo , l’influsso degli agenti patogeni esterni , l’ambiente non adeguato o magari dei traumi esterni esistono , ma perché la recezione è diversa fra diversi individui e in momenti differenti anche negli stessi individui ?

Nella nostra medicina si parla di difese immunitarie ma sono solo frutto di alchimie biochimiche ? No . Dipendono anche e molto , dall’alimentazione , dalle abitudini di vita e dall’equilibrio psichico e mentale della persona .

L’ Ayurveda riconosce fra le cause principali delle malattie non solo i fattori patogeni esterni, ma soprattutto i fattori che riguardano l’individuo nella sua sfera più intima… Le nostre capacità energetiche ( in Ayurveda li chiameremmo “Dosha” ) devono rimanere in equilibrio e quando non lo sono ci espongono ad eccessi e deficit , in altre parole alle malattie .

Unica soluzione: riappropriarci della nostra mente e corpo. Difficile? Abbastanza .

Ma come direbbe un saggio ayurveda ogni cambiamento è frutto del desiderio di mettersi in discussione mettendoci qualcosa di proprio senza pretendere . L’opposto della nostra medicina ( e società in generale ) dove si vorrebbe che arrivi qualcuno o qualcosa che dall’esterno metta tutto a posto .

Ma riuscire si può . Bisogna però accettare questi principi : cambiare ciò che si può cambiare, accettare ciò che non può essere cambiato ed avere la saggezza di distinguere le due .

Equilibrio


Quante volte abbiamo usato questa parola.. e se ci pensiamo , l’abbiamo usata in mille contesti diversi.

Se uno non sa andare in bicicletta non ha equilibrio , ma se uno è un po’ matto è uno squilibrato , un cattivo giudice non valuta le cose con il giusto equilibrio , uno che cammina su un filo ha un perfetto equilibrio , ma è anche vero che se uno è in pace con se stesso ha un buon equilibrio interiore , se qualcuno ha le vertigini non ha equilibrio , però se una persona è saggia è una persona equilibrata …

Potremmo continuare .

Pensiamo quindi a quanto importante sia questo concetto . Non avere l’equilibrio significa non avere più quei riferimenti che sono essenziali nella nostra vita . E vale per tutto . Per vivere bene dobbiamo avere dei punti di riferimento stabili : la famiglia o comunque dei legami , un lavoro ed una stabilità economica , una spiritualità che ci aiuti nei momenti difficili , ecc ecc . Ecco una delle cause fondamentali della crisi della nostra società : aver perso le sicurezze , i valori , i principi interiori ed esteriori . Ormai non si può dare per scontato nulla . Educazione , correttezza , serietà … tutte belle parole che però dobbiamo ogni volta verificare .

Da Otorino e Audiologo sono abituato a valutare con test clinici la presenza o meno di patologie dell’equilibrio ma spesso mi trovo a comprendere che l’origine del problema è molto più profondo e non bastano manovre cliniche o medicine per uscirne . Dobbiamo metterci qualcosa del nostro … Vi ricordate la canzone di Jovanotti ? “La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare ? … cosa sei disposto a perdere …?”

E noi cosa siamo disposti a perdere ?

Al Centro la persona non la malattia

Molti di noi hanno un po’ nostalgia del vecchio “Medico di famiglia” , quel professionista amico che arrivava in casa e con cui parlavi non solo di malattie ma anche dei tuoi problemi . Lui conosceva tutto e tutti ( al Dottore e al Prete devi dire tutto … ) e sapeva sempre darti il consiglio giusto , magari sul mangiare o sulle tue abitudini e non non ti dava solo medicine .

Ma c’era anche “la nonna” che con la sua saggezza ti dava il rimedio che la mamma di sua mamma ha sempre consigliato e ti farà bene … Non stiamo parlando di banali nostalgie dell’infanzia ma semplicemente di persone , di buon senso . Sì, perché essere in salute non vuol dire non essere affetti da malattie ma di stare bene fisicamente psicologicamente e spiritualmente . Ci vuole il buon senso .

Ecco perché io mi sono appassionato all’Ayurveda , perché spesso non è altro che buon senso . Non voglio dire che quelle realtà non esistano più , perché ho la fortuna di conoscere tanti colleghi che ancora credono nelle persone e vivono ancora il loro ruolo di Medico. Certo è che i valori umani si stanno sfumando progressivamente e tutto diventa solo una sorta di tecnicismo che spesso viene usato nel proprio interesse . Io dico sempre a mio figlio tu non devi “fare” il medico tu “sei” un medico . Fortunatamente lui lo capisce bene .

Pulire le orecchie ? NO GRAZIE

Da bambino mi ricordo che mia madre mi diceva che se non mi pulivo bene le orecchie mi “cresceva il prezzemolo” … Per contro io per non lavarmi le braccia sporche dopo i giochi da bambino dicevo che non erano sporche … ma erano “le vene !”. Al di là dei ricordi dell’infanzia è indiscutibile che l’igiene sia una cosa importante ma è necessario fare un distinguo .

L’orecchio esterno , cioè quello che inizia con il padiglione auricolare e finisce con la membrana del timpano che vibrando trasmette i suoni , ha delle particolari caratteristiche forse non conosciute da tutti . Intanto il condotto non è un tubo retto ma ha un andamento ad “S italico” cioè con due curve per proteggere meglio il timpano .

Poi nella porzione esterna vi sono delle ghiandole simili a quelle del sudore che producono il cerume , che non è sporcizia , ma è una sostanza a base di colesterolo che lubrifica e protegge l’orecchio esterno . Immerse nel cerume ci sono delle piccole ciglia che come “scopette naturali” portano all’esterno parti di cellule desquamate e cerume .

Se noi quindi usiamo dei meccanismi di pulizia “fai da te” tipo cotton fioc o stuzzichini vari possiamo provocare diversi guai per diversi motivi:

  1. Essendo una manovra alla cieca per quanto cerchiamo di essere cauti si rischia di fare danni .
  2. Spesso una parte del cerume lo spingiamo verso l’interno dove non ci sono più le ciglia che lo riportano fuori .
  3. Il cerume è igroscopico, cioè gonfia con l’acqua , basta una spruzzata esempio durante la doccia che il cerume gonfia e fa tappo .

Conclusione : non usare per la pulizia altro che le proprie dita , non mandare a flutti acqua dentro pensando di pulire , non usare cotton fioc , stecchini o tantomeno le famigerate candelette che sciolgono il cerume appiccicandolo al timpano.

Se poi proprio ne producete tanto e siete soggetti ai tappi ( ad es. chi lavora nella polvere ) rivolgetevi una volta all’anno al vostro Otorino di fiducia.

Diarrea o Dissenteria?

Molte volte mi son sentito dire da dei pazienti : “no dottore non ho proprio diarrea .. solo un po’ di dissenteria ..” .

Ma è vero che la dissenteria è una forma di diarrea lieve ? No . Se la diarrea è l’emissione di feci abbondanti liquide e frequenti la dissenteria è invece una diarrea mista a sangue quindi spesso più grave della precedente .

Ma perché viene la diarrea ?

Ovviamente lungi da me fare una lunga lezione sulle tante patologie gastrointestinali che possono dare questo sintomo, ma vorrei suggerire un semplice ragionamento ayurvedico . Un cibo per essere “buono” deve essere digerito e quindi assimilato . Se il cibo non è buono o la capacità digestiva non è adeguata quello che transita nel tubo digerente rimane indigesto e irritante quindi va eliminato .

In che modo ? Vomito o diarrea . E’ il modo per l’organismo per liberarsi di quello che non gli serve o addirittura gli fa male .

Ecco perché non è una buona regola ogni volta che uno ha diarrea di prendere subito antibiotici o disinfettanti intestinali . Primo perché copriamo la patologia che non ha modo di “mostrarsi” permettendoci una diagnosi e poi perché blocchiamo una difesa dell’organismo .

Cosa fare allora ? Intanto per prima cosa , come diceva la nonna , cambiare almeno temporaneamente le norme dietetiche assumendo cibi in bianco e astringenti bevendo liquidi caldi . Meglio ancora è il digiuno così “agni” ( in ayurveda il fuoco digestivo ) riprende forza .

Concludiamo con un ottimo rimedio naturale: acqua bollita , ½ cucchiaio da tavola di polvere di zenzero e limone, da bere caldo . Provare per credere !

Lavare il naso? OTTIMA IDEA!


Nel “Dinacharya” parola sanscrita che indica tutte le procedure che l’Ayurveda consiglia come routinarie per mantenersi in buona salute c’è anche quella di farsi un lavaggio nasale . Ma anche questo non è mica un consiglio così strano .

Io ricordo che molti , da sempre , usano fare dei lavaggi con l’acqua di mare ( quando è pulita .. ) per liberare il naso . In effetti, l’acqua e sale ha una funzione pulente , decongestionante ed anche disinfettante . Non a caso negli ultimi anni sono usciti una marea di prodotti a base di acqua di mare ( Libenar , Sterimar , Physiomer , ecc ) Funzionano ? Si certo , anche se non possiamo pretendere che sostituiscano farmaci specifici .

Ma i vecchi lavaggi acqua e sale ? Assolutamente si .

Pensate che esistono nella tradizione Yoga da migliaia di anni . Il “Neti Lota”è una sorta di caffettiera originariamente in ceramica che serviva appunto per versare acqua e sale in una fossa nasale in modo che entrasse da una parte per uscire dall’altra . Come tante altre procedure è sempre valida ancora oggi .

Come fare allora ? Se vogliamo comprarlo ne esistono anche in caucciu molto pratici ( es antica erboristeria Corso Torino 57 a Genova ) o addirittura su Amazon o di plastica più grossolana in farmacia ( Aquamaris ) . Il prezzo è modesto e lo si può usare con acqua tiepida aggiungendo sale ( 1 cucchiaino o 2 a secondo se lo vogliamo più o meno forte ) e non dovremo comprare continuamente flaconi inquinanti e costosi . Va bene per la pulizia nasale e ancor meglio se c’è qualche rinite . Poi quando fa caldo … il mare !!!

Prescrizioni mediche e priorità: un pò di chiarezza


Quante volte ho sentito frasi tipo “Per fare quella visita o quell’esame ho dovuto aspettare mesi !! Era una cosa urgente ! Se non vai per via privata puoi anche morire !” .

Certo sappiamo che spesso il servizio pubblico non funziona o funziona male e le vittime come sempre sono i malati . Ma vogliamo fare un po’ di chiarezza ? Le lamentele sono ovviamente dettate dalla necessità ma troppo spesso sono frutto di non conoscenza dei meccanismi .

Innanzi tutto : ogni prestazione che il medico scrive ha un codice che spesso viene trascurato o non conosciuto . Sulla richiesta può venir segnalato la lettera : U ( Urgente ) e la richiesta deve venir evasa entro 48 ore , B ( tempo breve ) cioè entro i 10 gg , D ( differita ) entro 30-60 giorni , P ( programmabile ) entro 6 mesi o addirittura nessuna lettera che equivale a P .

Naturalmente non basta dire al medico “mi metta urgente così faccio prima se no chissà quanto devo aspettare” perché esistono elenchi di patologie che possono essere inserite come più urgenti o no . Ad esempio in una richiesta di visita per un tappo di cerume non può essere messo U ( urgente) in quanto anche se fastidioso non è un’urgenza. Per contro un’indagine per il sospetto di un tumore o di un’infezione importante può e deve essere fatta con priorità .

Non dobbiamo quindi confondere il proprio disagio con la reale urgenza della forma morbosa ma pretendere il servizio congruo con la necessità di accertamento . Urgenza , e questo vale per i casi in cui ci si dovrebbe rivolgere al pronto soccorso , significa situazione patologica che se non trattata subito comporta un rischio di complicanza o pregiudizio sulla malattia stessa .

Insomma mala sanità … anche , e non deve succedere , ma chiarezza nei percorsi , propri diritti e senso civico che serva per tutelare i nostri diritti di malato senza però pensare che il mondo, anche sanitario giri intorno a noi .

Dottore o Professore?

Più di una volta in ospedale mi è successo che , parlando con un paziente per diverse motivazioni ( spiegando qualche procedura , chiarendo qualche problema insorto , o altro ) non appena la persona veniva a capire che ero il primario esordiva …. “ah scusi !!” ed io : “Scusi di cosa ?” ..”eh sa non sapevo che lei fosse il Primario …! L’ho chiamato Dottore e non Professore !!” Ed io : “Guardi che non mi ha mica offeso .. poi .. il fatto di essere il primario non equivale ad essere professore ..dottore va benissimo e comunque sono una persona normale come lei ”

Ma al di là di questa sorta di soggezione , dovuta alla cattiva abitudine di molti miei colleghi che pensano di potersi collocare ad un altro livello degli altri solo per il loro titolo o posizione lavorativa , credo che sia utile fare un po’ di chiarezza .

Nel campo medico il titolo di “ Professore” era un titolo universitario acquisito come libera docenza . In altre parole un’attività scientifica ma soprattutto degli esami che si facevano a Roma che fornivano l’idoneità ad insegnare una data materia . A quel punto uno era professore in quanto docente in … E la materia era normalmente quella dove eri specialista .

Poi molti hanno iniziato ad aggirare l’ostacolo diventando docente in materie secondarie più semplici quali ad esempio “storia della medicina” , ma che con un semplice Prof davanti al nome faceva pensare di essere professore nella specialità principale praticata .

Poi le libere docenze vennero abolite .

Attualmente ci sono i Professori ordinari che sono titolari di cattedra universitaria , i Professori associati di livello inferiore ai precedenti , i Professori a contratto che sono esperti in una materia ma che non sono universitari … e ancora ricercatori , professori supplenti … insomma .. chiariamo:

  1. Essere professori vuol dire insegnare ma non equivale come principio ad essere più bravi o esperti di un dottore che potrebbe essere anche primario ma in ospedale . Ci sono professori che fanno solo ricerca e che nella pratica hanno pochissima esperienza .
  2. Primario‘ è un termine generico che vuol dire semplicemente essere il Responsabile di una struttura ( Direttore , Dirigente Responsabile ) ma non c’entra nulla con l’insegnamento , per cui non necessariamente è professore . Nel grande calderone poi esistono incarichi di insegnamento che a volte vengono sfruttati solo per poter dire che sei Prof . Ad esempio, io insegno alla scuola di formazione dei medici di Medicina generale per cui sono professore nel ruolo di insegnante ma dottore come primario .

Conclusione : non ci facciamo abbindolare dai titoli e valutiamo i professionisti per quello che realmente sono .

Essere medico: ma sono davvero bravo ?

E’ indiscutibile che essere medico e per di più chirurgo è una condizione diversa da ogni altra . Leggi la gratitudine sincera negli occhi delle persone quando proprio tu hai risolto un problema a volte di vita, a loro o ad una loro persona cara . E’ quello che ti dà l’entusiasmo , la passione di fare qualcosa di veramente straordinario che ti gratifica e ti fa sentire “speciale” . E’ però anche vero che questo grande riconoscimento è una tentazione fortissima e costante al proprio ego . E’ come un tesoro che in mani sbagliate può portare a conseguenze negative .

Credo sia importante che un medico rifletta bene su questa cosa per non confondere la propria opera con quello che siamo veramente . Ricordo un periodo di Natale di anni fa quando una persona ( lei e famiglia miei pazienti ) dandomi un piccolo presente natalizio mi ha stretto le mani e mi ha detto “grazie dottore per noi lei è un riferimento, le siamo grati, sapere che c’è per noi è veramente importante … ) “.

Ecco che in quel momento ho capito .

Non è più un problema di capacità , di soldi , di prestigio … Non si può esaurire il tutto con “io sono bravo ..” Il punto è perché io ? Se avessi voluto cantare come Pavarotti , anche studiando una vita , non ci sarei riuscito . Perché ? Lui era più bravo ? No . Lui aveva dei doni che io non ho . Certo , li ha sfruttati , li ha fatti crescere, li ha gestiti … ma la voce ce l’aveva . Ed ho capito .

Ognuno ha i suoi doni . Magari senza saperlo , grandi o piccoli che siano, sono il motivo per cui noi siamo in questo mondo ( fortuna ? Dio? caso ? che importanza ha ? ).

Il nostro dovere etico è quella di custodirli , farli crescere e metterli a disposizione degli altri . Certo è legittimo trarne un beneficio , un guadagno , un’onesta gratificazione , ma è importante prenderne coscienza al fine di capire chi siamo e perché siamo qui.

Parliamo un pò di… RISO

In un casuale ma felice incontro con un produttore di riso ho accresciuto le mie conoscenze su questo cibo prezioso . Ho piacere a condividerle con Voi .

Innanzi tutto possiamo dire che il riso è probabilmente il cereale più antico del mondo e non a caso è il cardine della dieta di moltissimi popoli . In Italia vi è grande tradizione nella sua coltivazione e utilizzo in piatti prelibati .

Questo prezioso nutrimento è molto digeribile , privo di glutine , con una buona componente proteica e con grassi essenziali . Ricco di potassio, è ottimo nutrimento per gli ipertesi .

Le varietà sono numerose ma in generale potremo dire che quello integrale è ricco di fibre ed è preferibile per conservare tutti i suoi principi vitaminici e minerali . Quello nero è più ricco di proteine , quello basmati ha meno grassi .

Andiamo allora a qualche consiglio pratico .

  • Il riso integrale ; bisogna partire a freddo con acqua fredda ( 1 parte di riso tre parti di acqua ) coperto fuoco al minimo . Lasciare fino a che non consuma tutta l’acqua senza girare . A fine cottura aggiungere gli ingredienti che avrete preparato a parte .
  • Il riso bianco uguale procedura ma una dose di riso due di acqua poi uguale come prima . Tempi di cottura 35-40 m per integrale 15-18 bianco .
  • Basmati minor dose di acqua ( 1 a 1 ) Il sale cr a metà cottura , sempre grosso non fino assaggiando .Le differenze del riso sono innanzi tutto su chicco grande e chicco piccolo secondo il gusto personale .
  • Chicco grande : carnaroli e arborio , il primo rimane più al dente il secondo più morbido .
  • Chicco piccolo : vialone nano e originario , il primo ha un’ottima tenuta di cottura , il secondo più piccolo adatto ai dolci o minestre o torte .

Buon appetito ! E buona salute !